Pasta Fillo dove come

Le promesse sono promesse ed ecco qua, per Patrizia, Francesca e tutti coloro che hanno manifestato loquace o silenzioso interesse per l’argomento.

Scartata, per precedente delusione, la surgelata CONAD: immaginate sottilissime sfogliette che, arrotolate tutte insieme, si concedono all’uso -e con ritrosia- solamente a completo scongelamento e notevole sbriciolamento dell’intera confezione.

Quella adoperata, come già detto, è la phillo (o qualcosa di assolutamente simile e soprattutto di idoneo allo scopo) acquistata in un magazzino cinese i cui gestori hanno addirittura proposto alternative: “secca o surgelata?”.

Si confessa il frastornato smarrimento a conclusione della lunga e defatigante ricerca. Nel dubbio è apparso utile appropriarsi di entrambe le possibilità, per rinviare al momento dell’impiego l’attribuzione di distinto personale valore.

Al momento della verifica, la secca si è rivelata talmente secca da non lasciare molto margine alla fantasia circa la modalità di concreto utilizzo (bagnarla? bollirla? boh!) l’altra invece e per fortuna:perfetta.

Fogliettini quadrati di circa 20 cm di lato, sovrapposti l’un l’altro, ben staccabili e utilizzabili anche a distanza di qualche giorno dallo scongelamento. Per formare i cestini si suggerisce di usare stampini a rovescio come da foto.

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