
Gérard Depardieu si racconta in un libro di ricette: "Io, grasso ma sexy Un buon piatto di carne è come una bella donna".
Le signore pensiamo possano condividere l'affermazione di Gérard che, come scrive Mauro Remondino del Corriere della Sera:
Piccoli gesti che con il tempo hanno assunto valore per lui, nato a Châteauroux nel 1948, terzo di sei figli di Dédé, operaio, e Lilette, che ancor oggi gli fanno dire: "Mi piace il contatto con il cibo e spesso non uso coltello e forchetta. Unici e diversi i sapori che percepisco usando le mani". Da bambino racconta che spiava suo padre ai fornelli mentre preparava spezzatino e paté. Oggi con molta ironia dice: "E’ la vita che mi ha iniziato alla cucina...". Sui suoi documenti ama definirsi vigneron . Qualche anno fa gli è stato regalato un tartufo bianco d’Alba. Una occasione per arrivare nelle Langhe, con il suo aereo privato e il fido chef Laurent. "Non abbiamo perso tempo e ci siamo lanciati a selezionare vini, carni, dolci, farine, formaggi e ricette". Da allora, in autunno, spesa fissa di 20 mila euro per l’acquisto del prezioso tubero. Ai clienti del suo ristorante spesso capita di incontrarlo affaccendato ad affettare e servire il tartufo. Un vero colpo di scena. Ospite del ristorante Villa Contessa Rosa, nella tenuta di Fontanafredda, a Serralunga d’Alba, tempo fa si è chiuso in cucina con le cuoche, Cristiana e Pinuccia, alle otto di mattina, per imparare i segreti degli "agnolotti del plin". Un allievo d’eccezione che ha trasgredito, durante la lezione, rubando il ripieno di carne e verdure, e degustando tre bottiglie del bianco Roero Arneis Pradalupo e, come se non bastasse, qualche bicchiere di Barbaresco Coste Rubin. Vini che poi ha voluto in carta nel suo ristorante parigino. "Questa terra mi ha sorpreso, ho cercato invano una tenuta in Piemonte, ma sono troppo costose, resto tuttavia conquistato dal vitigno Nebbiolo. Voi italiani avete la cucina migliore del mondo, noi francesi piatti grandi con poca sostanza. Quando nel 1976 girai in Italia il film "Novecento" di Bertolucci, mi ricordo un piatto semplice che un contadino mi preparò, a base di uova e olio extravergine dal sapore indimenticabile".
Selvaggio e gourmet , protagonista di centocinquanta film di successo, nonostante cinque bypass al cuore e innumerevoli diete, resta il palato assaggiatore per i suoi cuochi e a volte l’ispiratore delle loro ricette. "Non ho aperto i miei ristoranti per soldi, ma per il piacere che provo nel dare da mangiare agli altri, è una cosa meravigliosa", spiega.
Una notte, di ritorno da Roma, fece tappa dal suo amico ristoratore Michele Incarnato di Siena. Si presentò, alle tre di mattina, con ovuli e porcini. Li divorò in insalata col parmigiano, per poi esclamare: "Questo piatto è divino". Sostiene che il vino è passione per la vita: "Non a caso - dice - il Cristianesimo lo ha scelto come bevanda eucaristica. Ammiro l’operosità dei vignaioli, assecondano la natura con umiltà e caparbietà. Ho acquistato tenute in Argentina, Cile, Spagna, Sicilia e Francia e mi divido tra vigneti e palcoscenico".
Grande estimatore di Krug quando ha varcato il cancello di rue Coquebert, a Reims, nelle cantine della maison ha improvvisato uno show e sorpreso tutti gridando: "Siete dei giganti". Henri Krug lo ha apostrofato: "Se posso osare un paradosso, il nostro champagne nasce con la stessa passione di Gérard". Tra viaggi del gusto e cantine, Depardieu non dimentica il set e nel suo ultimo film, "I tempi che cambiano", di André Téchiné, ritrova Catherine Deneuve. Vent’anni dopo "L'ultimo metrò" di Truffaut. "Devo a lei, e a quel film, la vittoria su molti miei complessi. Ho imparato a vivere".
Anch'io grasso, penso che "un buon piatto sia come una bella donna" e "mi commuovo di fronte al rumore di una minestra che si scalda sulla fiamma o del vino quando scende dalla bottiglia al bicchiere". Dopo aver letto l'articolo proverò a immaginarmi anche sexi e ad agire di conseguenza, e... hai visto mai!!!