Afrodisiaco

A dare origine al termine non poteva che essere Afrodite, dea dell’Amore; sulla questione concreta il mondo continua ad interrogarsi da tempo immemorabile, con risposte, tutto sommato, di scarso convincimento e riconducibili, prevalentemente, all’auspicio.

Un recente contributo alla causa viene offerto, molto simpaticamente, da Martino, casualmente incontrato su: Il Giornale del Cibo, il quale, nel dirottare la dotta problematica dalla biochimica alla psicologia, oltre a svelarci che non sono le pietanze di un convito a risultare afrodisiache, ma l’atmosfera ambientale di questo, ci offre spunti di riflessione da ponderare adeguatamente prima di avventurarci nella organizzazione di una seduttiva serata, molto più che semplicemente romantica.

Non è afrodisiaco:
Il caminetto finto, il sottofondo musicale di un cantautore del filone depressivo (esempio: Luca Carboni), il perfezionismo ansioso del padrone di casa, un convito a tre (eccezion fatta se il terzo è intrigante), il telefono che squilla continuamente, il vino bianco caldo, la Fanta a tavola.

Un invito a cena alle 19,30 accompagnato dalla raccomandazione: «Sii puntuale perché mi piace mangiare presto» e mettersi a lavare i piatti immediatamente dopo mangiato. Peggio ancora se ci si lascia aiutare.

Sempre in tema di dopocena, è micidiale offrire tisane digestive, bicarbonato e citrosodina, fumare sigari (molti all’odore vomitano) e proporre superalcolici con l’insistenza tipica di chi sta puntando alla ciucca.

L’illuminazione centrale di un lampadario in stile, la tovaglia con le rondini del Mulino Bianco e la conversazione sui seguenti temi: recessione, questione morale, fidanzamenti e matrimoni precedenti, salute e affari. Con un’eccezione: se siete ricchi sfondati l’argomento «affari» può essere molto afrodisiaco.

Perniciosissimo è l’argomento «mamma», non ne parliamo se questa compare in foto sui soprammobili o, peggio, se si trova in casa, in camera sua, che guarda la tv o dorme.


È afrodisiaco:
un invito alle ventuno, il caminetto vero, il telefono staccato, un pranzo già preparato nel pomeriggio e solo da scaldare che eviti andirivieni convulsi dalla tavola alla cucina.

La tovaglia ricamata, la coppia di bicchieri, uno per il vino e uno per l’acqua, la candela a centro tavola purché non sia a forma di coccinella o col bassorilievo del presepe.

Molto afrodisiache quelle nere, ma promettono un dopocena di raffinatezza che bisogna essere in grado di mantenere.

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